Ultime ore a Zagabria tra calcio, memorie e attese

Dopo un’abbondante colazione, infatti, riconsegnata la macchina in albergo e lasciato il bagaglio mi appresto ad una lunga esplorazione urbana.

Sono stato a Zagabria altre due volte prima di questa e devo dire che non è scoccato il colpo di fulmine tra me e la città, che continuo a sentire come una città di transito. Ma decido di darle una terza opportunità e inizio a visitare il piccolo e ordinato centro storico. Mi soffermo a fare qualche foto a qualche monumento o particolare che non avevo notato in precedenza, faccio un giro al mercato e poi mi fermo per un caffè nella strada pedonale che sale verso la collina centro della movida cittadina. 

Mi reco poi successivamente nella città bassa, con un obiettivo in particolare andare a visitare la fumetteria “Stripovi” per comprare qualche souvenir. Su piazza Jelacic, mentre visito una libreria, vedo sfilare dei personaggi in costume d’epoca. Esco per fare qualche foto e video. Il gruppo si ferma dopo una breve sfilata sotto la statua del controverso condottiero e qui inscena una sorta di cambio della guardia. Mi da l’impressione di un evento a metà tra il folkloristico e il nazionalista.

Sfilata in piazza Jelacic
Sfilata in piazza Jelacic

Terminato l’atto mi avvio verso la fumetteria.

Comunque c’era un motivo preciso per cui ero entrato nella libreria, mi aveva attratto la pubblicità di un libro di Max Bunker, il creatore tra gli altri di Alan Ford, con il titolo Mafia. Incuriosito entro nella libreria e da quello che riesco a capire si tratta di una traduzione di un romanzo scritto da Max Bunker anni fa e ora proposto come novità in libreria.

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Libro di Max Bunker in una libreria di Zagabria

E’ incredibile come Max Bunker sia così famoso in ex Jugoslavia.

Da “Stripovi” sto una mezz’oretta sfogliando fumetti in lingua croata e in lingua originale, soprattutto in inglese. Alla fine compro due vecchi numeri di una rivista antologica degli anni 70 e un numero sempre degli anni settanta di Alan Ford.

Per pranzo decido di mangiare a un ristorante greco che avevo individuato in precedenza sulla via della movida. Dolma, insalata, pita, feta, olive e una birra fredda e il cammino può ricominciare.

Fa molto caldo ma decido di andare a piedi verso il Parco Maksimir , saranno 4 chilometri a piedi, per fare alcune foto allo stadio della Dinamo e riposarmi un po’ al parco.

Sarà il caldo ma ci metto davvero tanto ad arrivare allo stadio Maksimir, voglio fare la foto ad una targa citata in un libro sul calcio balcanico che dovrebbe ricordare le vittime croate delle guerre degli anni novanta.

Eccola:

Targa alle vittime delle guerre croate

E questa è la traduzione:

“A tutti i tifosi della Dinamo per i quali la guerra è iniziata il 13 maggio allo Stadio Maksimir e si è conclusa con il sacrificio della propria vita sull’altare della patria croata

Mi precipito nel parco Maksimir, prendo un gelato e poi mi dirigo in alto verso il casino di caccia divenuto un ristorante e mi gusto una coca cola fredda prima di riprendere il cammino.

Parco Maksimir

Scatto questa foto quasi per caso e… non vi ricorda la copertina di un celebre album?

Stavolta per tornare all’albergo prendo il tram, e resto circa tre ore nel bar dell’albergo a godermi il fresco dell’aria condizionata e a lavorare un po’ sul pc.

Ore 20.50 è ora di ritornare, il viaggio sarà lungo e stancante, alla guida del bus ci sono gli stessi autisti dell’andata e sembra quasi di viaggiare in famiglia.

Si torna a casa.